AL P.M. DI ROMA IL 27.3.1986 (Fot. 607532 Vol. XIII)
“Il giorno dopo (n.d.r.: l’omicidio del MANGIAMELI) chiesi a Valerio il motivo per il quale intendeva uccidere anche la moglie e la bambina del MANGIAMELI.
Mi rispose che la moglie era più pericolosa del marito perché «sapeva» più del MANGIAMELI stesso.
Io gli dissi che non mi sembrava un buon motivo, in quanto se era vero che il MANGIAMELI si era approfittato dei giovani di T.P. («Terza Posizione») e si era appropriato di denaro, era sufficiente che pagasse lui e non era necessario uccidere anche gli altri.
Fu allora che Valerio disse che tutta la famiglia si era approfittata di lui e in particolare, assumendo di essere in grado di procurare appoggi logistici a lui ed al costituendo gruppo CAVALLINI nonché di organizzare l’evasione di un simbolo della destra quale CONCUTELLI, aveva indotto lui ed il CAVALLINI ad uccidere un politico siciliano.
La decisione era stata adottata nel corso di una riunione… alla quale, come mi disse mio fratello, aveva partecipato anche la moglie del MANGIAMELI oltre ad un amico del MANGIAMELI, impiegato alla Regione Sicilia, che aveva fornito le indicazioni necessarie per la individuazione dell’obiettivo ed il momento in cui colpirlo.
Valerio mi disse che si erano avvalsi anche dell’ausilio di Gabriele DE FRANCISCI, il quale aveva fornito la disponibilità di una casa, forse di parenti, che aveva a Palermo nei pressi del luogo ove il fatto era poi accaduto.
Valerio non mi parlò delle modalità del fatto. Neppure il CAVALLINI lo fece mai…
Gabriele DE FRANCISCI era legato a mio fratello ed a me da strettissimi rapporti di amicizia… Debbo perciò presumere che Gabriele fosse stato messo al corrente dell’uso della casa che doveva fornire. Ciò anche nell’ottica di una correttezza di rapporti fra noi “camerati” quando, come nel caso di specie, eravamo particolarmente amici.
D’altronde Gabriele aveva partecipato con Valerio a vari episodi criminosi dell’epoca in cui eravamo al FUAN; aveva conosciuto presumibilmente il MANGIAMELI perché, come questi, aveva partecipato all’assalto al Distretto di Padova … e avrebbe partecipato più tardi a fatti come l’omicidio EVANGELISTA del maggio 1980 (n.d.r.: cfr. sentenza Corte di Assise di Roma del 16.7.1986, nel Vol. XXX Fot. 739131).
Il racconto che ricevetti da Valerio fu successivo (settembre ’80) all’impressione espressa da mio padre, quando vide sul giornale gli identikit dell’omicidio MATTARELLA. Disse… « Mio Dio hanno fatto anche questo!»”.