Cattedrale di Palermo
8 gennaio 1980
Omelia di S.E. il Cardinale Salvatore Pappalardo in occasione
della Messa esequiale per Piersanti Mattarella
Quando, l‘altro ieri, solennità dell’Epifania, il Presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella, venne barbaramente assassinato, egli stava uscendo di casa insieme con la sua famiglia, per recarsi a Messa, come sempre esemplarmente faceva nei giorni festivi e in tante altre circostanze.
Non era la sua una tradizionale osservanza, tantomeno un’ostentazione, ma un convinto atto di partecipazione alla celebrazione eucaristica nel corso della quale si accostava sempre a ricevere Cristo, nutrimento spirituale per la vita terrena e pegno di eternità.
Formato ad una vita cristiana profonda ed autentica, l’onorevole Mattarella sapeva che per chi ama Cristo nulla lo può separare da lui, né la tribolazione, né l’angoscia, né il pericolo, né la vita, né la morte.
IL CRISTIANO È SEMPRE UN CORAGGIOSO e trova nella sua fede il motivo e il sostegno della sua coerenza.
La comunione con Cristo diventava presupposto ed esigenza di piena solidarietà e comunione con gli uomini, ed era il segreto di quella così notevole capacità dell’onorevole Mattarella di comunicare, di dialogare, di intendersi sempre su un piano di correttezza e di lealtà.
Egli poteva ben attribuirsi, senza dovere arrossire, la duplice qualifica di democratico, nel senso vero ed ampio della parola, e di cristiano, un cristiano istruito, e consapevole della responsabilità che ogni battezzato ha di testimoniare ed affermare nella società i valori del suo credo, incarnati nella vicenda storica del proprio tempo.
Anche per un cristiano che milita nella politica si afferma il diritto e il dovere di questa pubblica testimonianza, e Piersanti Mattarella l’ha puntualmente data, facendo della sua vita un servizio, ed alla fine anche un sacrificio, per la comunità.
Il suo andare in chiesa fu fermato da mano omicida, che non esitava a colpire il suo capo stretto tra le braccia della sua sposa, e così la messa festiva cui doveva assistere fu tramutata in una messa di suffragio, celebrata la sera stessa, in casa, ai piedi della sua bara.
Il Signore non lo ha trovato impreparato. Era pronto con la cintura ai fianchi e la lucerna accesa. Sveglio sempre, ed operoso, come dev’essere un cristiano nell’adempimento coscienzioso dei suoi molteplici doveri.
Beati quei servi che il padrone troverà cosi.
Ora celebriamo i suoi solenni funerali in questa Cattedrale palermitana nella quale lo stesso Presidente, certo non presago di quanto stava per accadergli, ebbe a partecipare a tanti simili luttuosi riti, in questi ultimi tristissimi tempi della nostra città.
E noi non sappiamo se piangere di più sulla tomba di questo nostro caro fratello, caduto nel pieno delle sue energie e del suo impegno di servizio per la comunità civile, oppure piangere sulla tragica sorte dell’Italia, dilaniata da odii e da scosse mortali che compromettono la stessa esistenza di nazione libera e civile.
La presenza tra noi del Capo dello Stato, che ringraziamo vivamente per la personale partecipazione al lutto della nostra Regione, ci dice che si tratta di una calamità nazionale, e ci fa sentire affratellati a quanti soffrono in altre regioni per lo scatenarsi di forze eversive, che attraverso la violenza e il terrorismo politico tendono a sconvolgere lo spirito e minare la resistenza del popolo italiano, per far prevalere chissà quali oscuri disegni.
Perché è stato ucciso Piersanti Mattarella?
È un interrogativo angoscioso, al quale cercano di dare risposta le febbrili indagini in corso, le valutazioni dei politici, i commenti della stampa, e la stessa opinione pubblica, scossa in tutti i suoi strati dal tremendo delitto.
Una cosa sembra emergere sicura, ed è L’IMPOSSIBILITÀ CHE IL DELITTO SIA ATTRIBUIBILE A SOLA MATRICE MAFIOSA.
CI DEVONO ESSERE ANCHE ALTRE FORZE OCCULTE, ESTERNE AGLI AMBIENTI, PUR TANTO AGITATI, DELLA NOSTRA ISOLA.
PALERMO E LA SICILIA NON POSSONO ACCETTARE O SUBIRE L’ONTA DI ESSERE L’AMBIENTE IN CUI HA [sic] MATURATO L’ATROCE ASSASSINIO.
La corale manifestazione di stima e di ammirazione, che si è levata da ogni provenienza nei riguardi di quest’uomo, sta a provare che era veramente un galantuomo, un uomo giusto e coraggioso, come ha scritto il Presidente Pertini, dicendo di averne conosciuto ed apprezzato, durante la sua recente visita in Sicilia, l’impegno e le grandi qualità umane, civili e politiche.
Mattarella è stato definito un uomo onesto, limpido, educato, di altissima levatura morale, al di sopra di ogni sospetto e meritevole di incondizionato elogio.
Certo, secondo le nostre umane vedute e attese, egli avrebbe potuto vivere a lungo per il bene della sua famiglia, e di questa Sicilia, che tante speranze riponeva nelle fresche energie della sua mente.
Ma il disegno di Dio è stato diverso, e noi cristianamente lo accettiamo, come fanno la sposa, la madre, i figli, i fratelli e gli altri congiunti.
CON DOLORE, MA CON FEDE E CON DIGNITÀ.
Noi non siamo come un popolo che vede senza comprendere. Ci soccorre sempre la parola del Signore che abbiamo ascoltato dal Libro della Sapienza.
Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo. Vecchiaia veneranda non è la longevità. VERA LONGEVITÀ È UNA VITA SENZA MACCHIA. Divenuto caro a Dio, fu amato da Lui e, poiché viveva tra i peccatori, fu trasferito. Giunto in breve alla perfezione, ha compiuto una lunga carriera.
Ed in un altro luogo dello stesso Libro della Sapienza si dice che le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, e nessun tormento le toccherà.
La loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro dipartita da noi una rovina, ma essi sono nella pace.
Mentre noi preghiamo perché lo spirito eletto del fratello Piersanti entri in questa promessa pace, eleviamo al Signore vive suppliche, perché pace sia data anche alla nostra società, una pace che venga dall’alto, come dono di Dio, una pace che deve però essere anche costruita dagli uomini, da tutti gli uomini, da ogni uomo, con il culto della verità e con il personale esercizio di una migliore giustizia.
È a questa ripresa di alta tensione morale che va esortato tutto il popolo italiano, se vogliamo uscire dalla triste ora che stiamo attraversando.
A questa onestà di vita vanno orientati e formati i giovani, nell’ambito di una famiglia e di una scuola che veramente li educhi, e di una società che offra loro impegno di lavoro e stimolo, ed esempio, a bene operare.
L’omaggio alle virtù di Piersanti Mattarella è un segno che la rettitudine ha sempre il suo pregio, e che i valori positivi della vita emergono nella coscienza umana anche nei momenti di maggiore disorientamento.
Fa’, o Signore, che ciò avvenga oggi nella nostra cara Patria.
E gli assassini? E i feroci esecutori di questo e di tanti altri delitti? Come possono vivere con un così tremendo peso sulla coscienza? Ed hanno ancora una coscienza?
Mentre per la tranquillità sociale e di tante trepidanti famiglie vorremmo che essi venissero raggiunti dalla giustizia umana, per la loro conversione e salvezza li affidiamo alla misericordia di Dio.